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Rare tipologie abitative consentono un viaggio nel tempo cosi sfumato e intenso. Il Podere originariamente denominato Le Case, oggi Impresa Agricola Panthea , testimonia con la sua struttura la modalità abitativa della architettura Toscana contadina. Spesso su due piani come in questo caso, con aree che condividevano la dimensione lavorativa agricola, la convivenza di più nuclei familiari, o l’attività di piccoli allevamenti, prevale su tutto decidendo delle dimensioni e delle altezze e dei percorsi interni. Nel 1994 viene acquistato ai precedenti proprietari, un maestro di elementari e un fornaio della limitrofa Chianciano Terme, fratelli innamorati di quel Pino secolare e Cipresso che custodiscono la casa da tempo. Ristrutturato e ridefinito acquista una nuova dimensione abitativa mantenendo strutturalmente la distribuzione originaria. Una entrata con la scaletta esterna che da accesso al piano superiore dove si accede all’ampio soggiorno col camino, che smista le due “ali”. Una con due camere e un bagno e i soffitti mantenuti con travetti a vista e cotto, il suggestivo lucernario nella camera con guardaroba annesso, che consente di ammirare la luna nelle sere più intense e l’altra ala che in comune ha una piccola cucina con le suggestive finestrelle mantenute nella dimensione originale del prospetto del casale. L’obbiettivo anche allora era di mantenere il più possibile la traccia del passato rendendolo funzionale. Al piano di sopra i due corridoi sono letteralmente rivestiti dalle librerie nere cariche di libri della Proprietà. Questa passione per la scrittura e la lettura ispira i nomi delle camere, che oltre a riferirsi a noti autori usa le parole evocative, di ginestra, rosa, luna, fragole e falò per alludere nell’immaginazione a questa immersione nella natura pur tra le pareti di casa. Una collezione di libri d’arte, di design e d’arredo, viene messa a disposizione degli ospiti come piccola biblioteca per estimatori del tema. Quindi ancora passato e presente.
Le camere sono arredate con letti di produzione di design, dal mitico Nathalie di Vico Magistretti , oggi esposto in Triennale a Milano a quelli in ferro bianco più tradizionali ,che si alternano appunto stilisticamente in placida condivisione. Qua e là comodini design Angelo Mangiarotti o ancora prototipi unici di produzione Arflex si alternano alle pareti tinteggiate con tenui colori, come le porte laccate in verde tenue. Al piano terra si sviluppa l’area di condivisione con una spaziosa veranda vetrata, ex stalla , luminosa e affacciata sul giardino.

E al lato opposto la piccola corte con i tavoli sempre in verde ottanio, a creare una raccolta area per colazione o per ospitare piccoli eventi.
Una parte padronale al piano terra si sviluppa su un lato con entrata indipendente rispetto a quella degli ospiti .

I soffitti in tutta la casa sono con travi a vista ed archi in mattoni. Le finestre del fronte rivolto a Castiglione del Trinoro e all’Amiata da un lato e al piccolo Borgo di Contignano dall’altra, sono con antoni in legno e “sbocciano” letteralmente sugli olivi del giardino. Il silenzio interrotto solo dalle cicale, dai grilli scandisce il tempo. Il Podere ha una scalinata esterna sotto le quercie ombrose che sono parte di preesistenze di tracciati della Francigena che insiste nella strada poco più in basso, che collega all’uliveto, all’orto domestico e al terreno agricolo con gli olivastri e il paesaggio constellato di artemisia, santolina e cardi.